Venerdì 8 novembre abbiamo avuto il piacere e la fortuna di poter vedere dal vivo una delle leggende della reggae music. Ad aprire la nuova stagione Vibranite all’Auditorium Flog di Firenze è arrivato direttamente dalla Giamaica Johnny Clarke, per un tour italiano di quattro date che lo aveva portato ad esibirsi la settimana prima a Pozzuoli e Roma e il giorno seguente a Genova. Ad accompagnarlo sul palco c’era la The Roots Defender Band.
Arriviamo al locale con largo anticipo rispetto all’inizio dello show e la massive presente è minima. Come sempre succede alla Flog, l’attesa viene allietata con proiezioni di documentari e con musica di sottofondo che già fanno dondolare i presenti. Con il passare del tempo, arriva anche la gente ed inizia il pre-show con le selezione prima di Jah Station e poi di Jaka fare gli onori di casa. Si inizia davvero a contare numerose persone e così anche noi ci avviciniamo sotto palco per non perdere i posti migliori. Finalmente entrano in scena i The Roots Denfender: le selezioni da vinile si placano, gli strumenti iniziano a suonare. Inizia lo show.
Dopo una breve intro, al coro “Johnny Clarke” compare sul palco il giamaicano: completo bianco, cappello a racchiudere i lunghi dread e panno rosso, giallo e verde in mano. La Flog esplode in un boato che accoglie l’artista a Firenze. Senza perdere altro tempo inizia il concerto con il primo brano “King in the Arena” seguito a ruota da “None Shall Escape The Judgement”. Sin dalle prime note, Johnny Clarke prende il microfono in mano e sposta l’asta a lato del palco e per l’intero live si esibirà microfono alla mano e muovendosi a ritmo con la musica, coinvolgendo sin da subito il pubblico. Dopo qualche brano, i lunghi dread vengono tirati fuori dal cappello e prendono così libertà scatenandosi ad ogni mossa della testa.
Si prosegue con hit come “African Roots” e “Every Knee Shall Bow”, ma anche “Declaration of Rights”, “Left With A Broken Heart” e “Crazy Baldhead”. Si entra nel vivo con i ritmi di “Jah Jah in Deh”, “Roots Natty Congo”, “Move outta Babylon” e “Rock Whit Me”. Con il brano “Babylon” viene coinvolto il pubblico che risponde all’invito di Johnny Clarke con un “Babylon” gridato all’unisono. Il tempo passa e il concerto va verso la sua conclusione: tra un “are u fellin’?” e l’altro c’è il tempo per regalare alle donzelle sotto il palco, 4 rose fatte a mano ognuna di un colore diverso. Si arriva alla fine con tutti gli artisti che rientrano in camerino, salvo poi tornare in scena per concedere il bis per ancora una ventina di minuti di show. Si arriva alla conclusione stremati ma felici di aver assistito ad un super concerto di un super artista. C’è anche il tempo di incontrare Johnny Clarke nel camerino per complimentarmi con lui e per fare qualche foto insieme che rivedrò con piacere in futuro, ricordandomi di questa bella serata di inizio novembre 2013.
Qui di seguito alcuni degli scatti (clicca sopra per ingrandire le foto), seguiti da due video.