Dopo un primo giorno movimentato, inizia il nostro ambientamento al Camping Girasole dove, saprete bene, si sta svolgendo il One Love Festival. La seconda giornata, sabato 18 luglio, ha visto l’apertura di due nuove zone davvero interessanti: la Spiritual Yard e la Green Village. La prima è uno spazio dedicato alla sperimentazione di diverse tecniche come meditazione e yoga con persone preparate che sapranno prendersi cura di voi e aiutarvi a trovare un benessere psico-fisico. La Green Village invece è un’area dove vengono promosse diverse associazioni volte alla tutela del territorio e non solo.
Il tutto si aggiunge all’area mercatino, foltissima di bancarelle piena di oggetti bellissimi, ad una piscina dove potete rilassarvi dalla mattina alla sera (ovviamente a suon di reggae) ed all’area ristoro dove vi consiglio di provare il kebab seytan allo stand vegano. Quando il sole inizia a calare, iniziano i concerti che in questa seconda giornata vengono aperti da Acsel & The Reggae Rebel Band. Lo show propone gran parte dei brani nel disco d’esordio Lion’s Eyes e tra questi è immancabile Freedom Music. Acsel si muove bene sul palco ed è un piacere sentirlo cantare: la band lo segue bene ed il concerto fila via piacevolmente con qualche fortunato sottopalco che riesce ad aggiudicarsi anche dei cd buttati dal palco.
Lo show termina ma i giovani ragazzi vengono richiamati prontamente on stage per un ultimo brano: la band esegue Is This Love ed è il giusto omaggio a Bob Marley, profeta universale del messaggio One Love da cui prende il nome il festival. Cambio palco e Northers Light intrattiene il pubblico selezionando un mix tra hit del momento e celebri successi della storia del reggae. Con ritardo, pare dovuto ad un non precisato problema ai pantaloni, fa il suo ingresso sul palco Jah Cure che per il pubblico italiano è una rarità (speriamo non più in futuro) vederlo su un palco. Il cantante giamaicano si fa subito perdonare per il suo ritardo: abbiamo di fronte una delle migliori voci del reggae mondiale che propone un concerto che va dai classici brani ad una serie di nuove canzoni, direttamente dal suo nuovo album The Cure, uscito a metà luglio, come Rasta: “I say 1,2 , Rasta is passing through they, I and I keep it cool yeah” ed è così che termina l’ultima data italiana delle due previste nel suo tour estivo.
E finalmente, per la mia gioia, arriva il turno di Anthony B. A mio avviso uno dei migliori artisti che la scena ha proposto nell’ultimo decennio, capace di far emozionare, divertire e coinvolgere il pubblico che uno show unico. Emozioni sin dalla prima nota della prima canzone, visto che il bobo apre lo show con Redemption Song del grande Bob per continuare con brani come High Meditation, Freedom Fighters e Burn Iniquity. La setlist proposta è quasi identica all’ultimo tour primaverile ma è sempre un piacere vedere Anthony B scatenarsi e farci scatenare con la sua invidiabile carica. Lo show prosegue con un tributo a John Lennon e la sua Imagine, brano che il cantante giamaicano ha reinterpretato e fatta sua in occasione del suo album Tribute to Legends: “Imagine there’s no Facebook” ed il pubblico risponde con un boato. Poco dopo mister Keith Blair, questo il suo vero nome, lascia il palco salvo tornarci per un finale che fa letteralmente godere grazie alla sempre stupenda interpretazione di Time to have fun che è un’esplosione di energia ed adrenalina durata quasi dieci minuti. Lo show va verso la conclusione ma c’è tempo per un altro tributo a Bob Marley ma anche al festival ed alla sua massive: Anthony B canta e fa cantare al pubblico One Love, ed è il finale perfetto di una seconda giornata super.
Qui di seguito una gallery della seconda giornata, seguita dai video dei concerti di Acsel & The Reggae Rebel Band e Anthony B.
Foto, video e recensione a cura di Andrea Izzo (leggi il diario day by day anche su onelovefestival.it)