Per la dancehall è un periodo difficile, ostracizzata per i messaggi violenti che trasmette. In un momento come questo Vybz Kartel non può tacere, perché lui è la dancehall e perché sta vivendo sulla sua pelle questo conflitto.
Due anni di carcere e le accuse per due omicidi non gli hanno impedito di farsi sentire. Anzi, il nuovo album è un grido contro i poteri forti in difesa della sua musica.
Chi vive nel ghetto le cose belle deve cercarle con attenzione, vedere i particolari e le sfumature per convincersi che la vita non è solo merda. Come ci si può aspettare che chi viene dal ghetto racconti un bel mondo nelle sue canzoni? La dancehall è l’espressione artistica di chi, in Giamaica, lotta giorno dopo giorno per vivere. Qualcuno non ce la fa e muore, magari ucciso da chi lotta accanto a lui, contro di lui, ma in fondo per la stessa cosa: sopravvivere. Questo è “The Voice Of The Jamaican Ghetto” e quella di Vybz Kartel non è nient’altro che la voce del ghetto: “La vita del ghetto in Giamaica fa schifo e io non la faccio diventare una bella storia da raccontare solo perché certe persone vogliono che gli artisti di dancehall cantino frivolezze. Sarebbe ipocrita e penso che dovremmo lasciare l’ipocrisia ai politici. Questo cd è la realtà nuda e cruda, vero come le radici della Giamaica e la sua storia attuale”.