Con un po’ di ritardo, vi proponiamo un’intervista realizzata ai Train To Roots prima del concerto che la band ha tenuto lo scorso 25 gennaio, al Viper di Firenze con il MaggioReggae (guarda report). Una bella chiaccherata con il gruppo al completo in cui affrontiamo diverse tematiche.
Dal nuovo disco, prossimo all’uscita, al conseguente tour fino ad arrivare a parlare dei dieci anni di vita dei TTR. Come sempre accade su eventireggae.it, potete sia ascoltare che leggere l’intervista.
EventiReggae: Benvenuti su eventireggae.it. Abbiamo avuto recentemente Bujumannu e Rootsman I e per la prima volta finalmente vi abbiamo tutti insieme. Siamo a Firenze con i ragazzi del MaggioReggae seconda tappa del nuovo tour, quindi io vi chiedo subito come è stata ieri sera a Modena, quali sono le sensazioni per questo nuovo disco e questo nuovo tour.
Train To Roots: Queste due date, quella di ieri sera al Vibra e quella di stasera più che essere l’inizio del tour, ci siamo presi un po’ il lusso di avere un’anteprima per noi per capire quali potessero essere le reazioni della gente davanti ai nuovi pezzi del disco e quindi mai ascoltati, visto che il disco uscirà tra un mesetto e mezzo-due. Noi ieri sera eravamo un po’ ansiosi per questa cosa ma ci siamo accorti che la gente ha reagito a volte anche meglio per i nuovi pezzi rispetto a quelli già noti. Questa cosa ci ha dato una carica ulteriore e significa che stiamo andando nella direzione giusta.
ER: Come hai detto tu, un disco nuovo. Nei dischi precedenti vi siete distinti per avere liriche sia in patois che in sardo, tralasciando un po’ l’italiano. Adesso è un po’ l’opposto?
TTR: In questo disco abbiamo prediletto un po’ di più l’italiano del sardo perchè volevamo che determinati messaggi arrivassero diretti alle persone, anche perchè ormai sono tanti anni che suoniamo in Italia. E’ giusto portare avanti le proprie tradizioni, la propria lingua, la propria storia e la propria terra però a volte è giusto anche farsi capire magari un po’ più direttamente. Per noi è stato molto strano cantare in italiano perché è difficile e rischi sempre di cadere nel banale, quindi devi cercare di usare anche le giuste parole. Siamo arrivati ad un punto in cui abbiamo detto “basta, affrontiamo il problema dell’italiano” e ci siamo fatti dare una mano dal produttore; abbiamo avuto questa volta, a differenza dei passati, un produttore esterno che è Manuel Fusaroli. Grazie a lui che è un produttore indie che ha lavorato con Zen Circus, Nobraino, Tre Allegri Ragazzi Morti, Nada, ci ha aiutato a sfruttare la parte di liriche in italiano. La nostra difficoltà era nel fatto che noi cercavano un italiano da reggae mentre fondamentalmente tu devi fare una bella canzone in italiano e il reggae è una conseguenza, ovvero lo stile che stai mettendo sopra a quello che stai dicendo. Una volta superato questo limite sono uscite delle cose davvero bello che anche ieri sera quando sono state fatte la prima volta, abbiamo notato l’interesse della gente che era curiosa di sapere come andava a finire.
ER: Parlando con Rootsman I quando è uscito il suo lavoro da solista, ci aveva anticipato che questo sarebbe stato un lavoro diverso dai precedenti. Appunto abbiamo parlato della lingua che può essere appunto una diversità ma quali sono le altre diversità? Tematiche, sound…oltre al produttore come hai già detto poco fa.
TTR (Papan’to): Si come detto il produttore che poi è stata una scelta radicale. Ci è servito molto sul lato lirico mentre le nostre produzioni a livello ritmico e di idea sono state lasciate quasi invariate tranne qualche arrangiamento che hanno fatto lavorare meglio la canzone. Fondamentalmente la vera differenza che c’è in questo disco è che ci siamo tolti di dosso quelle che per noi, per l’età che abbiamo, sono delle non coerenze. Io ho 38 e far finta di essere un giamaicano nero che vive nel ghetto e parlare di quelle cose che non conosco ma le conosco solo per sentirle in canzoni giamaicane, non ce la facevamo. Abbiamo quindi voluto parlare di cose che o conoscessimo di persona o romanzare una storia. Ci sono due pezzi, ad esempio in “Appuntamento al buio” che va a finire che questa non è una ragazza ma si scopre che è un’altra cosa, e quindi è un romanzare delle liriche e…
Stiv I: Di tutto allora….
Papan’to: Vabbè non è un film è una canzone, prima o poi la sentiranno. A parte questi due esempi in cui abbiamo voluto romanzare la canzone, immaginarci una storia e una scenografia dietro questa storia, tirando le somme ci siamo accorti che fondamentalmente è un disco che parla d’amore, amore inteso come verso la vita, verso la musica, verso l’amicizia. Insomma il sentimento puro dell’amore sotto quasi tutti i suoi aspetti o perlomeno quelli che noi conosciamo. A livello musicale ci siamo tolti tante coperte cioè abbiamo fatto belle canzoni anche se non erano tanto reggae. Noi siamo molto contenti, sopratutto dopo la reazione di ieri sera e sicuramente anche di stasera.
ER: Quando uscirà il disco, avete già pensato ad una possibile data?
TTR: Date non se ne hanno mai perchè alla fine non si riescono mai a rispettarle. Presumibilmente dovrebbe partire tutto per metà aprile: il tour magari una settimana del disco e poi il resto per metà aprile anche se noi abbiamo tutto pronto da novembre ma molto probabilmente verrà preso da un’etichetta e quindi hanno i loro tempi di promozione. Le prime voci che ci sono arrivate, dicono che i tempi dovrebbero essere questi: metà marzo ci sarà l’uscita di un video per il lancio del disco che avverrà poi a metà aprile.
ER: Si era parlato di collaborazioni all’interno del disco: si era fatto il nome di Paolo Baldini per qualche dubbing o anche Bunna. Si sono materializzate?
TTR: Per adesso no. A parte la traccia che abbiamo fatto con i Jamaram ma che è una produzione che arriva da prima della produzione del disco, non ci saranno altre collaborazione. Quella con Paolo Baldini sarà una cosa fatta extra disco e sarà prettamente reggae e non sarà solo Paolo Baldini ma anche qualche altro produttore dub che ci gireranno qualche traccia in dub. Questo è un disco che vorremmo che uscisse anche dallo stretto circuito reggae per capire se è possibile portare certe tematiche, certe musiche al di fuori di questa situazione. Quindi la cosa dub sarà una cosa nostra che uscirà postuma al disco.
ER: Lasciando da parte l’album, voi siete stati l’ultima volta a Firenze nel 2011 in un tour di condivisione del palco insieme ai Mellow Mood per il trentesimo anniversario della scomparsa di Bob Marley. Come è stata di condividere il palco con una band, relativamente giovane come erano all’ora di Mellow Mood.
TTR: Lato umano ci siamo divertiti tantissimo. Già ci conoscevamo e quella è stata una scusa per stasera insieme, cioè non è stato il contrario che ci hanno messi insieme. Abbiamo trovata una bella scusa per stare insieme sul palco perchè già ci conoscevamo da tempo, ci rispettiamo, ci piacciamo a vicenda e siamo molto amici. Siamo spesso in contatto. Una bellissima esperienza dal lato umano ma anche dal lato musicale perchè noi carpivamo delle cose da loro e loro da noi. Poi siamo finiti in tour bus cinque giorni in Spagna e infatti stiamo cercando una scusa per farlo ancora un altro.
ER: Quindi se vi dessero la possibilità di fare un altro tour simile e scegliere qualsiasi artista o band della scena sia italiana che internazionale?
TTR (Papan’to): Ognuno di noi direbbe uno diverso. Io con i Seeed….li porterei il caffè pure domattina.
Stiv I: Io con Shakira…se si può scegliere. Però rifarlo anche con i Mellow Mood sicuramente sarebbe una cosa fighissima.
Papan’to: Ma tanto lo stiamo preparando, magari all’estero ma lo rifermo sicuramente.
ER: Non potevo farvi questa domanda: facendo due conti, 2004-2014 decennale della band. Oltre al disco, il tour e tutto quanto, ci sarà qualcos’altro per festeggiare?
TTR: Siamo un po’ incasinati: in verità noi avremmo voluto far uscire il disco a fine dell’anno scorso per poi poter usufruire, anche per noi, di una bella festa…adesso vediamo. Noi festeggeremo il decennale il 24 aprile e saremmo in piena promozione del disco e tour del disco. Noi vorremmo festeggiare in Sardegna, a casa nostra e se riusciremo a far uscire da questo tour delle date particolari dove possiamo festeggiare i dieci anni e divertirci un pochino sul palco, sarebbe il nostro sogno. Comunque si, vanno festeggiati questi dieci anni e se si può incastrare bene, altrimenti anche un’arrostita tra di noi.
ER: In questi anni avete avuto un sacco di successi: oltre ai dischi, ai vari tour anche altre piccole soddisfazioni come il brano “Il più bel sogno” che è stato usato come soundtrack per un film presentato alla mostra del cinema di Venezia. Se ne doveste scegliere uno?
TTR: Io penso che il sogno che ci accomuna tutti è quelli di campare dignitosamente grazie a questa musica. Che vuol dire dalle 800 alle 1000 euro al mese…penso che sia questo il sogno un po’ di tutti a livello pratico. Poi a livello artistico e creativo credo che ognuno spera di poter andare avanti e crescere sempre di più.
ER: Ok, grazie mille ragazzi!
TTR: Grazie a te.