E’ uscito il 30 marzo con presentazione in anteprima a Castellamare del Golfo (prima data del tour), il nuovo album di Lion D dal titolo “Bring Back The Vibes”. Già disponibile nei principali digital store al prezzo di 8,99 euro, è disponibile anche il cd fisico, ordinabile sul sito self.it oppure sul sito della Irie-Records.
Vogliamo andare controtendenza ed iniziare subito a tirare le somme su questo album che segna la definitiva consacrazione di Lion D tra i big del reggae moderno. Il compito di “Bring Back The Vibes” era quello di riportare le vybes, le buone vibrazioni come lo stesso titolo dice. Missione compiuta! L’album ti immerge a 360 gradi nel mondo reggae e ti fa già dalla prima traccia “vibrare” dalle forte emozioni che il cantante italo-nigeriano riesce subito a trasmettere tramite la sua particolare voce. A due anni di distanza da “Reap What You Sow”, la crescita artistica è stata davvero significativa.
Ebbene si, già da quei primi 54 secondi dell’intro “Can’t get me down” capiamo che abbiamo a che fare con un grande album: è la storica armonica di Lee Jaffe ad accompagnare Lion D in questo intenso preludio che viene seguito a ruota da “As One“, un brano molto più solare e che vuole lanciare sin da subito messaggi di pace, unità e di eguaglianza. Arriviamo a “No Bleaching Cream” e mi rendo subito conto che questa, sarà per me che scrivo la migliore canzone e che di conseguenza diventerà la mia preferita. Al primo ascolto vengo colpito da questo semplice sound e rapito dalla straordinaria interpretazione che Lion D riesce a dare al brano. Gli ascolti successivi servono per apprezzare anche il testo, dedicato all’Africa, ai messaggi di Marcus Garvey: temi che sono stati affrontati più volte in altre canzoni da tanti altri artisti, ma qui c’è qualcosa di unico in grado davvero di catturarti e farti mettere in repeat il brano per apprezzarlo sempre più, ascolto dopo ascolto. Si prosegue e si arriva alla traccia numero 4 che si chiama “Work” e che si propone come un messaggio per tutte quelle persone pigre: “No do tomorrow what you can do today” (non fare domani quello che puoi fare oggi) è quello che canta Lion D che prosegue “Cah you neva know what tomorrow brings / Hey boy, no seh you can’t, just go for your goals / Watch the way you haffi sort out the thing / In life you reap what you sow!”. Un invito quindi per tutte quelle persone che troppo spesso rimandano i propri impegni e le proprie decisioni: la vita ti rende ciò che semini, quindi datti una mossa, è il significato che ci arriva da questo brano.
Arriviamo alla prima “Skit” ovvero una delle due tracce incluse nell’album e che sono richiami audio di alcune scene del film “Rockers”, pellicola del 1978 diretta da Ted Bafaloukos e in cui recitano molti artisti reggae tra cui Burning Spear, Jacob Miller, Kiddus I e Gregory Isaacs solo per citarne alcuni. “Blessing” è la traccia successiva che ha tematiche di fede e che anticipa le due tracce seguenti ovvero “Nuh Ramp” e “Try Afta You“: entrambi sono brani già noti e usciti come singoli di lancio del disco rispettivamente ad inizio febbraio e a metà marzo e di cui sono stati realizzati anche i videoclip. “Nuh Ramp” vede inoltre la prima featuring del disco e cioè quella con Skarra Mucci, mentre “Try Afta You” vuole essere anche un tributo allo storico gruppo Inner Circle in quanto il brano contiene alcuni passi della famosissima canzone “Sweat (A La La La La Long)”. La canzone in posizione numero nove vede la collaborazione con un altro bravo artista italiano, Ras Tewelde. I due insieme vogliono rendere omaggio all’isola del reggae e nasce così “Sweet Jamaica“.
Altra featuring è quella con Blacky Grace in “I Need Your Love“: grande combinazione tra le due voci per quella che è una reggae lovers song anche questa però già conosciuta. Infatti è stata cantata sul You Don’t Care Riddim e inserita nel “You Don’t Care (Riddim Riders, Vol. 1)” della Bizzarri Record, uscito nel novembre del 2012. “Babylon” è un’altra delle canzoni che preferiamo maggiormente: una ballata acustica che nel ritornello recita alcune parole di “Get Up Stand Up”, canzone scritta da Bob Marley e Peter Tosh, ovvero ” You can fool some people sometimes, But you can’t fool all the people all the time”. Canzone allegra ed emozionante allo stesso tempo, con un ritmo davvero coinvolgente. E proprio quando sembra finita, riparte inaspettatamente con il ritornello facendoti ritornare il sorriso. Segue “Mumma” dedicata come si capisce dal titolo alla mamma: canzone molto dolce e che rende ancora più speciale questo disco. La quarta feat di questo album è quella con Gappy Ranks in “Weh Dem Fah” che vuole essere un tributo alla dancehall anni ’80. Bellissimo inizio per “So Beautiful“, traccia che viene aperta dal suono di quello che mi sembra un Ukulele e che come avviene le tracce successive, vuole mettere in risalto la voce dell’artista. Arriviamo alle ultime canzoni tra cui la delicata “No Victim” e “Thanxgivin” canzone che arriva da “The Burnin Melody”, album di Lion D del 2009. Nel mezzo a questo due ultime canzoni citate c’è “Irie” basata sull’Impossible Riddim della Bizzarri Record e uscita a fine gennaio.
Un album che vi consiglio di avere! Per me è uno dei migliori, anzi direi proprio il migliore tra tutte le uscite del 2013. Lion D merita il successo che sta avendo e speriamo questa estate di poterlo vedere anche sui palchi dei principali festival reggae italiani ed europei.
Tracklist Bring Back The Vibes
01. Can’t get me down (Intro)
02. As One
03. No Bleaching Cream
04. Work
05. Skit
06. Blessings
07. Nuh Ramp feat. Skarra Mucci
08. Try Afta You
09. Sweet Jamaica feat. Ras Tewelde
10. I Need Your Love feat. Blacky Grace
11. Babylon
12. Mumma
13. Skit
14. Weh Dem Fah feat. Gappy Ranks
15. So Beautiful
16. No Victim
17. Irie
18. Thanxgivin’ (Outro)