La notizia del lancio della Marley Natural, il primo brand mondiale di marijuana che porterà il nome e il volto di Bob Marley, è arrivata nelle scorse settimane e sin dai primi giorni si sono sollevate numerose polemiche e reazioni di artisti, addetti ai lavori, comunità rasta ma anche dei semplici amanti della musica reggae e consumatori di erba.
E anche a distanza di due settimane non sembrano placarsi tali polemiche alle quali si aggiunge anche un nome di spicco della scena, quello di Bunny Wailer. L’ex membro, insieme a Peter Tosh e Bob Marley, dei The Wailers ha voluto dire la sua opinione a riguardo di tale argomento e lo ha fatto rilasciando un’intervista uscita in queste ore sul The Gleaner che inizia con una frase riepilogativa del suo pensiero: “Bisogna opporsi pubblicamente all’accordo della Natural Marley“.
I motivi sono molteplici a partire dal fatto che è un accordo che va nella direzione opposta a quanto sostiene Bunny Wailer, il quale da anni lotta per la legalizzazione della marijuana, e che dovrebbe essere a beneficio della Giamaica e non di multinazionali stranieri che sfruttano l’isola e il volto di Marley per fare dei soldi. E a proposito del marchio, Neville O’Riley Livingston, questo il vero nome di Bunny Wailer, sostiene che sarebbe stato più giusto legare all’erba il nome del collettivo Wailers e non quello di Bob: “Dovrebbe esserci il volto di tutti noi a rappresentare la ganja e invece non è così. La famiglia Marley ha spazzato via quello che gli Wailers hanno rappresentato per l’immagine della nostra musica nel mondo. Da sempre solo loro beneficiano di quello che tutti noi abbiamo fatto: un comportamento egoista“.
Parole dure quelle di Bunny Wailer che anche aggiunto: “I fan dicono che Peter è il volto mondiale e io quello locale in rappresentanza della marijuana. Entrambi siamo stati maltrattati e imprigionati per la nostra lotta: io ho fatto 14 mesi di carcere e Peter ha subito atti brutali. La famiglia Marley, dopo la morte di Bob, non ha fatto niente in tal senso“. Infine il cantante non si è sottratto di criticare il governo giamaicano, giudicato troppo lento nell’approvare la nuova legislazione.