Negli ultimi due anni il Parco dei Camaldoli di Napoli è diventato un luogo di culto per tutti gli amanti del roots reggae, del dub e dei loro “padri storici” rocksteady e ska. E l’arrivo del grande Cedric Myton, la leggendaria voce dei Congos, uno dei gruppi più importanti per lo sviluppo della musica rasta, e di R. Zee Jackson confermano questo piacevolissimo trend. La partecipazione a questi concerti è sempre molto numerosa, con la presenza di tantissimi giovani, che conferma una volta di più la forza di questa musica, nonostante la mancanza assoluta di canali tradizionali (tv, radio, giornali) che la pubblicizzino. Evidentemente però internet da questo punto di vista è un mezzo potente e indispensabile.
In una serata metereologicamente non delle migliori, umidità, nuvole basse, temperatura sicuramente non “napoletana”, i ragazzi del “Meti festival” sono riusciti a creare una situazione gradevolissima. Non c’è il palco, gli artisti sono a contatto diretto con il pubblico, solo la batteria viene sopraelevata su un piccolo palco. Il concerto inizia con una session dei Napoli Rockers Syndacate, gruppo che dispone di una eccellente sezione fiati, che comincia a riscaldare l’ambiente con una serie di classici riddim giamaicani, apprezzati dalle massive presenti.
Dopo l’intro dei Syndacate, arriva il primo ospite della serata, R. Zee Jacson, che subito coinvolge i presenti, e spinge a seguirlo in coro sulle strofe di “Holy Mount Zion” e inizia il lungo viaggio nella musica.
R. Zee Jackson è un musicista, produttore, collaboratore di grandi artisti jamaicani (tra gli altri Jackie Mittoo e Leroy Sibbles) e da molti anni vive in Canada, dove ha contribuito in maniera importante alla crescita del movimento reggae. Questa esperienza maturata, si vede nella presenza scenica e nel ritmo che da al suo show. Quando si accorge che la “posse” è calda e pronta, introduce abilmente “The Teacher”, il grande Cedric Myton, che solo con il suo ingresso “solenne” affascina tutti, e ottimamente supportato dal gruppo, ci porta nella conscious music con una serie di brani fondamentali, sempre nel nome di Jah Rastafari.
Il pubblico si accalca e arriva proprio vicinissimo al singer, che forse sorpreso da questa accoglienza e dalla situazione molto “hot” arriva a spogliarsi e a rimanere a torso nudo, sempre inanellando bellissime song e ripetuti “rewind” con i Syndacate che si fermano e ripartono con precisione e bravura. Fisherman, Congoman, The Swinging Brides e tante altre scatenano il ballo e la rastafesta!
Vedere poi un non più giovanissimo (classe 1947) rimanere seminudo, cantare e ballare come un ragazzino in un ambiente autunnale e freddo, sorpende un po’ tutti e l’entusiamo aumenta a dismisura, con il pubblico che circonda completamente l’area dove si trovano i musicisti e sembra proprio che ormai tutti siano contemporaenamente attori e spettatori di questo bellissimo spettacolo.
Tutto molto coivolgente, e a memoria non ricordo una situazione del genere, mentre sullo sfondo si vedono nuvole, lampi e fulmini che minacciano grossi temporali, che per fortuna lasciano intatto il parco del Camaldoli. Mi piace credere che la forza di questa musica, e le continue invocazioni di Cedric a Jah, abbiano tenuto lontano la pioggia, permettendoci di gustare fino in fondo un grande e affascinante concerto.
Recensione, foto e video a cura di Fat Professor