Una bizzarra quanto insolita associazione quella tra reggae e cambiamento climatico. A riportare questa curiosità è il National Geographic che, nelle righe della rubrica settimanale Sapevatelo, prova a spiegare il perché i ritmi in levare possono essere considerati figli del cambiamento climatico.
Un nesso che non c’entra niente con la situazione odierna dove i gas serra pompati dall’uomo nell’atmosfera sono ormai abitudine. È ovvio che l’associazione tra nascita del reggae e cambiamento climatico viene presa in esame sulla questione del riscaldamento globale che già cinquanta anni fa era una tematica nota.
Negli anni sessanta la Giamaica era solita ballare sui ritmi frenetici dello ska ma, come riporta il National Geographic, l’estate del 1966 fece registrare temperature incredibili al punto che deejay e musicisti furono quasi costretti a rallentare i ritmi per intrattenere il pubblico. Si passò così all’introduzione del rocksteady, anche se qualche anno prima artisti come Alton Ellis, come riporta l’esperto reggae Alberto Castelli, avevano già fatto ascoltare sonorità che facevano pensare ad un cambiamento imminente di stile.
Possiamo dire, anche se indimostrabile, che quell’estate del 1966 fu determinante per l’evoluzione musicale giamaicana e per la nascita di quello che poi tutti noi chiameremo reggae.