Tornano le interviste su eventireggae.it e il primo ospite del nuovo anno è stato uno dei pionieri del reggae veneto ma anche italiano. Colui che è considerato il re del reggae veneziano e che come avrete già capito è Sir Oliver Skardy. Un’intervista realizzata telefonicamente in cui si è parlato principalmente del nuovo singolo “Rose e Petardi” che ha al suo interno una tematica importante come il proibizionismo.
Un’intervista davvero interessante non solo sotto il punto di vista musicale, ma anche politico e sociale. Non vi rimane altro che premere play per ascoltare o scorrere qui sotto per leggere l’intervista.
EventiReggae: Per le interviste di eventireggae.it, oggi abbiamo qui con noi un grandissimo del reggae, un grandissimo del reggae veneziano ma che ha fatto la storia per tutta la scena italiana. Diamo subito il benvenuto su eventireggae.it a Sir Oliver Skardy. Ciao!
Sir Oliver Skardy: Heilà, ciao a tutti.
E: Siamo qui per presentare una cosa ben precisa, ovvero il tuo nuovo singolo “Rose e Petardi”, estratto dal tuo ultimo album “Ridi Paiasso!”. Un brano molto polemico e con una tematica molto chiara, vuoi dircela tu?
OS: Chiaramente si scaglia contro il proibizionismo che noi riteniamo che sia altro che un favore fatto dai politici alle organizzazioni malavitose.
E: Infatti tu per lanciare questo singolo hai detto che “Il proibizionismo serve solo a parare il culo alla malavita organizzata“. Ci spieghi queste tue parole?
OS: Si! Il concetto è questo: la prima volta che è stata sperimentata una politica proibizionista è stato nel 1929 negli Stati Uniti e li la mafia ha avuto un salto di qualità. In tutti i paesi del mondo, in tutte le epoche, quando si è trattato di partire con politiche proibizioniste non c’è stato altro che appunto il crescere di fenomeni mafiosi, con usi anche politici. Il concetto è semplice: indirizziamo dei tutori dell’ordine a casa di consumatori di droghe, in maniera che mafiosi, tangentisti e ladri sia facciano tranquillamente i fatti loro. Qui in Italia lo abbiamo sperimentato pienamente a metà anni ottanta, ai tempi di Craxi. Mentre le forze dell’ordine maltrattavano fumatori di spinelli e drogati in genere, la corruzione cresceva a dismisura. La cosa non è stata capita ed è stata riproposta nel ’94 da Berlusconi e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Il proibizionismo serve solo ad alimentare alle mafie; chiaramente dovrebbero fare come hanno fatto con altre realtà che sono state scomode fino ai giorni nostri e adesso sono legali e tenute sotto controllo: si parla di alcol, di tabacco, di armi, pornografia e determinati medicinali. Chiaramente qua in Italia siamo indietro su tutto, perciò affrontare temi come prostituzione, droga ci vorranno ancora diversi anni.
E: Considerando quello che hai appena detto, secondo te oggi è pensabile che un paese come il nostro possa seguire quando successo in Uruguay, dove la marijuana non solo è legale ma è statale cioè la compravendita è regolamentata dallo stato. Potrà mai succedere in un paese come il nostro?
OS: Come il nostro? E’ un po’ difficile perchè qui in Italia abbiamo perso lo stato di diritto, i cittadini non sono tutelati mentre sono tutelati i grandi affari. Bisognerebbe iniziare a ripensare di tutelare i cittadini ma credo che la nostra componente politica non sia tanto interessata a questo.
E: A tal proposito, lo scorso 9 gennaio Alfano una “battuto” poco felice in cui ha detto che se non ci fossero loro al governo, l’Italia sarebbe un paese in grado sia di legalizzare la canna che i matrimoni gay. Ti senti di commentare queste parole?
OS: Io non credo alla politica italiana, non credo più a nessuno e non ho più un riferimento politico perchè ne ho viste troppe che mi hanno fatto cascare le palle. Possono promettere quello che vogliono ma tanto è sempre campagna elettorale.
E: Ok, chiarissimo come sempre. “Rose e Petardi” lo abbiamo ascoltato in queste settimane ed è stato estratto da “Ridi Paiasso” uscito lo scorso aprile. Se ci fosse ancora qualcuno che non ha ascoltato il disco, come glielo presenteresti in poche parole?
OS: E’ un po’ difficile ai giorni nostri perchè la musica ha perso l’importanza che aveva fino a qualche anno fa. La musica è diventato quasi un prodotto usa e getta, nel senso che il mercato discografico è ormai alla fine e si salva solo la grande industria, quella di serie A. Se la gente vuole ascoltare la musica va su internet e se l’ascolta quando vuole. Io posso dire solo di ascoltare la diversità questa musica e tutta l’altra musica che vi viene proposta dalle radio e dalle televisioni. Io credo che la musica, se è fatta bene, è un’opera d’arte e quindi immortale. Fra cento anni si ascolterà ancora la musica di Bob Marley o dei Pink Floyd, come al giorno d’oggi vengono ascoltati i vari Mozart o Beethoven. Io credo nella musica di qualità: è più difficile farla ma io mi dedico da sempre a questo, perchè ci tengo molto.
E: Hai già in programma nuovi progetti?
OS: Si, Si. Io sto cercando di scrivere un altro album. Sono rimasto molto soddisfatto dall’ultimo e ho voglia di provare a cimentarmi immediatamente in un altro. Sto scrivendo e ci vorrà il suo tempo, ma penso che per il prossimo anno usciremo con un nuovo lavoro.
E: Una bellissima notizia questa. In “Rose e Petardi” hai avuto con te Furio, ex dei Pitura Freska e attualmente con gli Ska-J. Considerando quanto sta accadendo ultimamente nel panorama reggae e ska italiano dove abbiamo assistito a reunion di band come Africa Unite o i Bluebeaters, ci sono possibilità di rivedere insieme i Pitura Freska insieme, magari anche solo per una serie di date?
OS: Non lo so, non posso confermare e non posso smentire. Una cosa che ti posso dire è che a differenza dello scenario musicale degli anni ottanta, in cui quasi tutti i musicisti si facevano concorrenza e parlavano male l’uno dell’altro, in questo nuovo millennio i musicisti si sono resi conti che la competizione nella musica è una cosa inutile. E’ molto meglio tenere tutti quanti insieme accesa la fiamma della musica, affinché non si spenga. I musicisti quindi collaborano molto più volentieri tra di loro. Non a casa nel disco “Ridi Paiasso” ho ospitato diversi personaggi, anche se non hanno a che fare direttamente con il reggae, apprezzano il tipo di musica. Perciò più si allargano le maglie della fratellanza musicale, meglio è.
E: A proposito di fratellanza, di bella musica e di feste. A novembre ti abbiamo visto sul palco insieme ad Alborosie per quella che è stata una bellissima festa a Marghera. Che rapporto hai con lui e come è stata quella serata?
OS: Lui non lo vedevo dai primi anni novanta. Io l’ho conosciuto quando stava ancora con i Reggae National Tickets e poi non l’ho più visto fino a quella sera li. Una cosa posso dirti: a parte la sua bravura che indiscutibile, una volta gli stranieri per fare successo venivano in Italia, ora se gli italiani vogliono fare successo devono andare all’estero.
E: Questo purtroppo rispecchia la nostra attuale società, non solo da un punto di vista musicale ma anche per tutti i giovani che hanno poche opportunità di lavoro in Italia. Con questo io ti ringrazio e ti lascio la parola se vuoi fare un saluto a tutti i lettori e ascoltatori di eventireggae.it
OS: Ciao eventireggae.it! Io sono Sir Oliver Skardy e sono un appassionato di questa musica come spero lo siate anche voi. Vi dedico tutto il bene possibile, ascoltato la radio, diffondete la musica e vivete una vita più felice possibile. Ciao a tutti. Sir Oliver Skardy!
E: Grazie mille per la tua disponibilità. A presto e in bocca al lupo per i futuri lavori. Ciao!
OS: Grazie e altrettanto. Ci sentiremo più avanti. Ciao Ciao!