Finito il countdown per una delle date più attese di quest’anno, il 7 ottobre, ovvero la prima data italiana dei Raging Fyah al Druso di Ranica, in provincia di Bergamo. Ebbene si, a portarli in Italia Suono 1981 che ha colto l’occasione per celebrare nel migliore dei modi i suoi primi 35 anni di attività.
Ad accompagnare il quintetto giamaicano, la band reggae-rock americana Stick Figure, anch’essa per la prima volta in Italia a regalarci pezzi dall’ultimo album Set In Stone. E proprio i brani di questo disco sono stati protagonisti del warm up, in attesa che il locale si riempisse per accogliere calorosamente la band di Kingston.
L’orologio segna la mezzanotte e trenta quando i Raging Fyah salgono sul palco e ricambiano il calore che il pubblico, numerosissimo, li ha riservato: aprono il concerto le note di Step Outta Babylon, brano dai forti testi e dal sound potente, contenuto in Destiny. L’attenzione sale alle stelle quando, dopo aver rispolverato alcuni brani, Kumar intona le parole di Everlasting: ”Who you call when your world is tumbling..” il pubblico va in visibilio e si unisce in un’unica voce a quella del giamaicano.
Susseguono poi la potente Justice e le due ballad Dash Wata e Ready For Love, segno di come la giovane band riesca a proporre testi dalle diverse tematiche e come riesca a coinvolgere il pubblico, come nella coinvolgente performance di Raggamuffin, in cui è stata chiesta la partecipazione della massive per creare un’onda fluttuante di mani alzate. Molto belli anche i tributi a Bob Marley e a Dennis Brown nell’interpretazione di No Woman No Cry e di Milk and Honey, quest’ultima contenuta nella raccolta We Remember Dennis Brown dello scorso giugno.
Novanta minuti di vibes per rendere giustizia a chi li comparava a gruppi storici quali Steel Pulse, Aswad e Third World: i Raging Fyah non deludono le aspettative ma anzi confermano di essere una delle migliori band ambasciatrici del nuovo roots reggae.
Foto di Silva Irace