Tredicesimo appuntamento di Roots&Culture, la rubrica proseguirà sulle orme di Junior Byles, uno degli artisti più talentuosi e sottovalutati entrato in scena dagli anni sessanta.
Nato a Kingston e cresciuto nel ghetto di Jonestown da una famiglia religiosi, Kerrie Byles inizia la sua carriera musicale con il trio dei The Versatiles nel 1967 con Dudley Earl e Ben Davis con cui partecipò nello stesso anno al Festival Song Contest con “The Time Has Come” grazie a Lee Perry che ai tempi reclutava talenti emergenti per la Amalgameted Label di Joe Gibbs.
E fu proprio lo stesso Perry che i The Versatiles firmarono con Gibbs, con cui collaborarono per due anni, per poi passare alla Treasure Isle e successivamente a Laurel Aitken. Il gruppo si sciolse nel ’70 e King Chubby (uno dei soprannomi del cantante), continuò a collaborare come solista per Lee Scratch, che nel frattempo era giunto alla fine della relazione musicale con Marley.
Con The Upsetter Byles produsse pezzi come What’s The World Coming To e successivamente potenti brani, dovuti all’avvicinamento di Kerrie alla cultura rastafariana, come Beat Down Babylon, King Of Babylon, Place Called Africa e Rub Up Festival, che gli permise la partecipazione ad alcune competizioni musicali.
Nel 1972, dopo la creazione della sua Love Power label e aver rilasciato il suo primi singoli autoprodotti Black Crisis e Our Mistakes, Chubby scrisse delle canzoni per supportare l’elezioni di Micheal Manley dello stesso anno, pubblicando quindi pezzi come Joshua Desire, Pharaon Hiding che verranno raccolti nell’album di debutto Beat Down Babylon.
Finita la collaborazione con Perry instaurò relazioni con produttori come Lloyd Campbell, Pete Weston e Joseph Hoo Kim, con cui produrrà Fade Away, successo internazionale del 1975 contenuto nel film Rockers e rifatto poi dai New Age Steppers di Adrian Sherwood cinque anni più tardi. L’anno successivo pubblicherà il secondo album, Jordan, prodotto da Weston; dal 1975 la salute di King Chubby iniziò a declinare: affetto da depressione, rimase profondamente colpito dalla scomparsa di Haile Selassie e tentò il suicidio.
Ristabilizzatosi dopo un periodo in ospedale ritornò sulla scena musicale nel 1978 con la pubblicazione di due singoli e a tutti gli effetti nel 1982 quando emigrò in America per lavorare con la Wackie’s. Quattro anni più tardi uscirà Rasta No Pickpocket, un ottimo album per la Nighthawk che però non ricevette le giuste attenzioni e portò pochi guadagni all’artista, che già viveva in una situazione economica critica. Dall’86 ai primi anni duemila Byles continuò a pubblicare qualche singolo e a dare occasionalmente degli show tra Giamaica ed Inghilterra.
Di seguito discografia e alcuni dei brani più caratteristici.
Discografia:
1972 – Beat Down Babylon
1976 – Jordan
1986 – Rasta No Pickpocket