Si è svolta qualche settimana la quindicesima edizione del Filagosto Festival, istituzione musicale situata a Filago che dal lontano 2002 propone sei giorni di esibizioni di artisti e band provenienti da tutto il mondo. Non poteva mancare il Reggae dal momento che, soprattutto per i fan situati in Lombardia, il festival rappresenta una tappa obbligatoria confermata col tempo dai grandissimi nomi chiamati ad esibirsi in terra bergamasca: ne sono un esempio gli Israel Vibration, Beres Hammond, Max Romeo e Tarrus Riley.
Ad aggiungersi a questo phanteon artistico di leggende c’è quello Toots Hibbert assieme ai The Maytals, che nella prima serata hanno dato uno show che difficilmente verrà dimenticato. Uno show di circa novanta minuti in cui giamaicano, classe 1942 ed originario di May Pen ha dimostrato, nonostante l’età, di essere in condizioni ottimali ed aver scacciato via i vecchi fantasmi che lo portarono ad allontanarsi dai riflettori per un periodo di circa tre anni dovuto ai danni, soprattutto psicologici, causati da quella fatidica bottiglia che nel 2013 lo colpì ad un concerto negli Stati Uniti.
E sono state tante le canzoni che hanno fatto commuovere sia vecchi ascoltatori, felici di aver ritrovato uno degli esponenti più cruciali di questo genere, che giovani, grazie all’adattabilità del frontman e del gruppo nel movimentare con un pizzico di vivacità veri e propri inni come 54-46 Was My Number, Pressure Drop, Reggae Got Soul e Pomps And Pride.
Non sono mancate nemmeno Monkey Man e Country Road, reinterpretazione in chiave reggae e soprattutto giamaicana del brano di John Denver sempre molto toccante da sentire cantata da Hibbert, che ha lasciato tutta la massive col fiato sospeso per tutta la durata del pezzo.
Un concerto all’insegna dell’early reggae che ha lasciato un’ottima impressione a tutti i presenti, data anche dalla perfetta organizzazione e dalla sicurezza sempre pronta ad intervenire in caso di imprevisti, tutte qualità che fanno di Filagosto una garanzia.
Arrivederci alla prossima edizione!