Seconda e ultima serata reggae al Colonia Sonora di Collegno con un gruppo che è una pietra miliare del reggae italiano: gli Africa Unite. Di nuovo sul palco per promuovere il loro ‘Babilonia e Poesia Tour 2013’, a vent’anni dall’uscita dell’album omonimo, si propongono al pubblico nella formazione originale di quegli anni: capitanati da Bunna e Madaski troviamo Papa Nico alle percussioni, Max Casacci alla chitarra, Paolo ‘De Angelo’ Parpaglione ai fiati, Gianluca ‘Cato’ Senatore al basso e Drummy Sir Jo alla batteria.
Arrivo intorno alle 18.00 al Parco della Certosa, ma purtroppo mi dicono che non è consentito far foto prima dell’inizio del concerto. Però mi godo il soundcheck della band di Pinerolo (non si vede Madaski, che arriverà dopo). Il volume degli amplificatori portati al massimo fa strabordare il suono al di là del muro che delimita l’area del concerto. Poco dopo il soundcheck Bunna gentilmente ci rilascia un’intervista (clicca qui per ascoltarla o leggerla).
Arrivano le 22.30 e, quando la folla comincia a radunarsi sotto il palco, capiamo che è arrivato il momento tanto atteso della serata: le luci sul palco si spengono e comincia a diffondersi un suono di percussioni. Sulle note di ‘Subacqueo’ vediamo salire sul palco Bunna con i suoi lunghi dread raccolti in un turbante, che verranno poi liberati. Il concerto prosegue coi brani storici quali ‘Nella Mia Città’, ‘Last Train to Brixton’, ‘When People’, ‘Andare’ e ‘Babilonia e Poesia’.
Non manca l’attualità: viste le precedenti dichiarazioni di Calderoli sul primo ministro di colore italiano Cécile Kyenge, ‘Lega la Lega’ calza a pennello. Madaski scherza col pubblico: “La lega comunque ha avuto una sua evoluzione, perchè siamo passati da giudizi razzisti a giudizi estetici e zoofili” prima di esordire in un raggamuffin piemontese col ritornello che fa “Da bùn, da bùn [..] sti si d’la lega sùn propri cùjun”.
È tempo di ‘Festa Italiana’; segue ‘Sahme Down Babylon’, uno degli ultimi singoli uscito ad aprile insieme a ‘È Sempre Stata Lì’, e la massive risponde prontamente e con entusiasmo. Il concerto raggiunge l’apice con il cavallo di battaglia degli Africa, ‘Il Partigiano John’, ma purtroppo sta per avvicinarsi la fine del concerto. Per fortuna c’è ancora tempo per chiudere con ‘U Man Right’ prima dei saluti definitivi e dell’inchino della band nella loro terza data torinese (le prime due si sono svolte ad aprile all’Hiroshima Mon Amour), che si è dimostrata un successo come sempre.
Report, foto e video a cura di Francesco Palazzi