Nella giornata di ieri, lunedì 7 dicembre, sono state rese note le nomination per i prossimi Grammy Awards, l’ambito premio dedicato al mondo della musica e che è giunto alla sua cinquantottesima edizione. Come è noto, dal 1984 c’è anche una sezione dedicata al reggae e anche in questa edizione sarà premiato quello che viene considerato il miglior disco dell’anno.
I Grammy hanno fatto discutere negli ultimi anni per il “monopolio” della famiglia Marley, quasi sempre presente in nomination e vincitrice di sette delle ultime dieci edizioni. La prima notizia sorprendente di quest’anno è che nessun Marley è presente in nomination, cosa già successa anche nel 2013 e nel 2011. Il motivo è però la scarsa produzione, in questo anno, dei figli di Bob con il solo Ky-Mani che ha pubblicato il suo album Maestro.
Tra i cinque nominati ci sono nomi storici del reggae e per la prima volta negli ultimi anni, ci fa piacere leggere queste nomination: c’è Luciano che dopo la nomination nel 2002 con A New Day (anno in cui vinse Damian Marley con Halfway Tree) è nuovamente presente con Zion Awake, disco uscito per la Vpal Music nel novembre del 2014; ci sono i Morgan Heritage, presenti con Strictly Roots, alla prima nomination in carriera così come Barrington Levy candidato con l’album Acousticalevy, pubblicato lo scorso maggio. A questi tre pezzi di storia del reggae, si aggiunge il giovane Jah Cure che con The Cure è a nostro avviso uno dei candidati alla vittoria. A chiudere il quintetto, l’unico non giamaicano: si tratta del cantante africano Rocky Dawuni con il disco Branches Of The Same Tree.
Per chi si chiede come mai non ci sono album come Ancient Future di Protoje o Urban Poet di Junior Kelly, sicuramente due tra i migliori dischi dell’anno, la risposta va guardata nel regolamento dei Grammy che raccoglie album che sono stati rilasciati o distribuiti da label statunitensi.
Grammy Award 2016 – The best reggae album
Rocky Dawuni – Branches Of The Same Tree
Jah Cure – The Cure
Barrington Levy – Acousticalevy
Luciano – Zion Awake
Morgan Heritage – Strictly Roots