Rory Gilligan non è uno qualunque. Il suo nome va da sempre insieme a quello dello Stone Love Movement, se non il più influente sound system nella cultura popolare giamaicana sicuramente tra i più influenti, fin dagli anni ’70.
A quarant’anni di distanza, Gilligan ha deciso di inventarsi produttore: “Gli standard sono cambiati e con il passaggio dal vinile al digitale la gente non si preoccupa più di ottenere la qualità massima sia in fase di produzione che di post-produzione. Ed è qui che volevo fare la differenza”.
Nella sua ricerca degli artisti da produrre, Gilligan ha deciso di percorrere la strada meno battuta, perché gli piace “essere la voce degli sconosciuti”. Ama cercare i nuovi artisti che nessuno ha mai sentito e anche i suoi metodi di lavoro sono diversi dal solito, non utilizzando suoni in loop ma registrando sezione dopo sezione con un’introduzione melodica, nel tentativo di far diventare questo il suo marchio distintivo.
Il lavoro di cui va più orgoglioso è quello realizzato con Jah9 (nella foto): “Ho messo tutto me stesso in ‘New Name‘. Abbiamo provato e riprovato, sbagliando e correggendo, finché non siamo arrivati a quello che pensavamo fosse il suono giusto”.
Ma, secondo Gilligan, nel mondo della musica qualcosa ancora non funziona: “Ho portato uno dei suoi brani a una stazione radio e, dopo averlo ascoltato, il dj mi ha detto che era forte e gli piaceva molto, ma che sarebbe stato meglio se fosse stato cantato da un uomo. Non potevo credere a quello che avevo sentito. Non è possibile che la gente ragioni ancora in questo modo”.
Al momento lo storico dj selector sta lavorando ad alcuni progetti con C-Sharp, i Raging Fyah, i Pentatuch e Addis Pablo, tuttavia c’è qualcosa che gli manca: “Voglio lavorare con una voce, una voce come nessun altra, qualcosa di molto giamaicano, con la qualità di Burning Spear e la ‘giamaicanità’ di Joseph Hill”.
Mentre aspettiamo che Gilligan trovi questa nuova, fantastica, voce giamaicana, è possibile ascoltare qui sotto New Name di Jah9.