Anche per questo mese ritorna Roots&Culture, rubrica mensile che ripercorre le vite di alcuni dei maggiori esponenti della musica in levare. È Lester Bullock il protagonista di luglio, conosciuto come Dillinger e uno dei toaster più importanti durante la metà degli anni ’70.
Nato nel 1953 a Kingston, il giovane Bullock inizia presto ad esibirsi con i sound system di Prince Jackie ed El Paso di Alcapone ma sarà Lee Perry che lo prenderà sotto la sua grande ala protettiva e gli consiglierà di cambiare nome con Dillinger, sotto cui produrrà diversi singoli, tra cui Dub Organizer.
Dal 1974 collaborerà con diversi produttori con cui Lester lancerà diverse hit tra cui Freshly (Yabby You), Brace A Boy (Augustus Pablo), CB200 e Killer Man Jaro rispettivamente con Hoo Kim e Dodd.
Sarà proprio con quest’ultimi che Dillinger pubblicherà i suoi primi album, Ready Natty Dready e CB200, che vedrà al suo interno la sua canzone più famosa, Cocaine In My Brain.
Bullock si esibirà per diverso tempo in Inghilterra assieme Leroy Smart e Delroy Wilson e avrà a che fare con gli ambienti punk inglesi tant’è che i The Clash lo citeranno nella loro canzone (White Man) in Hammersmith Palais del ’78.
L’anno successivo cercherà di ricavalcare il successo avuto con Cocaine, pubblicando Marijuana in My Brain, album che conterrà l’omonima canzone e che non raggiungerà il successo avuto sperato ma che gli permetterà di firmare con la A&M da cui nascerà nel 1981 Badder than Them.
Nonostante questo lavoro sarà un totale fallimento che lo porterà a lasciare l’etichetta con cui aveva appena firmato, gli anni ’80 saranno comunque un decennio positivo per Dillinger: pubblicherà diversi tra cui Corn Bread (1983), Join The Queue (1983) e King Pharaon (1984) album e inizierà a vestire i panni da produttore.
Bullock ritornerà a registrare e pubblicare pezzi incostantemente durante gli anni ’90 e 2000 e tornerà ad riesibirsi sui grandi palchi con Trinity e con Yellowman.
Di seguito alcuni dei pezzi della discografia di Dillinger.